Ceramiche Pastorino, 75 candeline L’arte tramandata di padre in figlio

i padre in figlio — Le Ceramiche Pastorino» è la mostra che apre il 2019 alla Fornace Alba Docilia, nel centro storico di Albissola Marina. La rassegna sarà inaugurata domani (alle 17,30) e prosegue fino a domenica 17 febbraio. È il percorso di una famiglia (Mario, Mirella e Paolo Pastorino) protagonista nel mondo della maiolica da oltre settantacinque anni. Padre, madre e figlio. Il primo evento dell’anno nuovo alla Fornace Alba Docilia di via Stafano Grosso, nei pressi della chiesa della Concordia, è dedicata a una famiglia che dal lontano 1944 lavora nella ceramica e, per oltre trent’anni, fino al 1998, con una propria fabbrica.
Papà Mario, conosciuto come Gianni (o Giannino: 1929 – 2010) a soli 15 anni è già apprendista in una ditta che produce tazzine. Diventa un esperto torniante e conosce Eliseo Salino, direttore tecnico della bottega. Con lui e con un altro amico, Giovanni Poggi, nel 1958 fonda le Ceramiche San Giorgio, ancor oggi in piena attività. Un anno dopo parteciperà alla realizzazione del grande pannello in ceramica destinato ad Arhus, in Danimarca. Giannino si mette in proprio nel 1963 per fondare le Ceramiche Pastorino: la molla è una grande commessa da parte della Lavazza che promuove un prodotto che spadroneggia nei Caroselli televisivi. Sposa la pittrice Mirella Fiore, che con lui darà vita a un fortunato sodalizio artistico. Lei, avendo lavorato, giovanissima, in alcune delle più importanti fabbriche di terracotta albisolesi, aveva avuto quali maestri alcuni tra i più bei nomi dell’arte figurativa: porta nell’azienda i frutti di quelle esperienze, contribuendo in maniera rilevante alle fortune dell’impresa che aveva sede ad Albisola Capo, in corso Mazzini prima e in corso Ferrari poi. L’ultimo exploit di Mirella nella manifattura è del 1998: il vaso per il Confuoco. Alla fine di quell’anno Mirella e Mario decidono, a malincuore, di chiudere l’attività ma continuano a produrre ceramica. A raccogliere il testimone da papà e mamma è il figlio Paolo, imprenditore informatico di professione. Con madre pittrice, papà ceramista e una zia insegnante di arte figurativa all’Accademia di To-
rino, non poteva non occuparsi anche lui di ceramica. Fin da piccolo ha l’opportunità di imparare, in bottega, dai familiari e dagli artisti. Non se la lascia scappare e va oltre: si mette alla prova, partecipa a corsi di perfezionamento e punta sulla sperimentazione, superando l’utilizzo di argilla e pennelli con la penna ad aerografo con cui sviluppa forme artistiche iper-realistiche.
Partendo dalla ceramica, computer e fotografia digitale diventano ulteriori mezzi di espressione e comunicazione e portano Paolo Pastorino alla continua ricerca di nuove tecniche: dal design alla pittura, alla  foto, alla scultura della terracotta, fino alle avanguardie della tecnologia di stampa ad estrusione 3D di argilla. Questa mostra, a cura di Enrica Noceto, inaugura la quarta stagione dell’associazione La Fornace. Orari: giovedì 17- 19; sabato e domenica 10-12 e 17-19.

M.P.

Da Il Secolo XIX